Nella memoria viva

Hai messo piede in questa terra e l’hai consacrata
hai appoggiato la mano su questo petto e hai lasciato un segno.

Nella memoria viva
di un luogo, delle parole, degli odori,
perfino dei colori della luce e dell’ombra,
nella memoria viva che respira quando metto piede in questa terra
quando appoggio la mano su questo petto,
nella memoria viva si trova la chiave del nostro interessere.

Nel nostro incontro si sono seminati nel cuore mio
i semi della tua felicità, del tuo entusiasmo, delle tue paure e dei tuoi dolori
e nella memoria viva sono stati annaffiati.
Quel che era mio è diventato tuo
quel che era tuo è diventato mio
e quindi non esiste la separazione, solo la trasformazione.

In questo petto mi prenderò cura delle paure tue-mie, con amore e con gentilezza,
e permetterò all’entusiasmo tuo-mio di correre su questa terra consacrata.

Tradotta dall’ebraico originale

F.A.O.

The Sahara is a shaded pond
compared to this meeting.
Words like the sand in shifting dunes
driven by torrents of confusion
under the beating rays of senselessness.
A desolation.

And you
with hair like a cool flowing stream
and eyes like fresh-picked dates.

Your smile may be a mirage
but these tears break my thirst.

גבול ארצינו


הדרך זאת המפותלת
עשויה מסיבובים ומקיפולים
שנכנסים ויוצאים
שחודרים ונסוגים
כמו משחק של שתי לשונות
לאורך הצורה היחידה של שני גופים.

הוא לא קו הפרדה אלא קו מגע
מאף צבע (colore) אלא ש
ל חֹם (calore)
ושל טעם
כמו זעה
נוצר ומעורב שמה איפה נפגשים
אצבעות ידינו הקלועות.

הוא לא מפצל אותנו
אלא מאחד אותנו הנצמדים
בטן לבטן
פה לפה
פן הוא ייעלם.

גבול (confine)
במטרה (con=עם fine=
מטרה)
גבול במטרה להכיר
גבול במטרה להתקרב
גבול במטרה לאהוב.

Il confine della nostra terra


Questo percorso tortuoso
è fatto di curve e di pieghe
che entrano e rientrano
penetrano e ritirano
come un gioco di due lingue
lungo l’unica forma di due corpi.

E’ una linea non di separazione ma di contatto
di nessun colore ma di calore
e di sapore
come il sudore
generato e mescolato là dove si incontrano
le dita delle nostre mani intrecciate.

Non ci divide
ci unisce e ci teniamo stretti
pancia a pancia
bocca a bocca
perchè la frontiera non scompaia.

Confine
con fine
con il fine di conoscere
con il fine di avvicinare
con il fine di amare.

Fa freddo sulla luna

Fa freddo sulla luna
nell’ombra e al sole
anche se i miei piedi
conoscono ogni pietra
ed ogni cratere.

Tra la polvere stellare
trovo le mie origini lontane.
La mia vera casa è l’amore
e l’amicizia è la mia vera città.

Sacrifice


Sacrifice

Just a moment for our eyes to meet
corruption never seemed so sweet.
Some pleasures may not have a price
the beauty of untold lands requires
sacrifice.

For the taste of wine spiced with cardamom
I release my share in the world to come.
And with oil and rosemary on my tongue
I can part with a few small simple dreams
one by one.

Burning with the fire of sandalwood
I parted from the land that I never should.
Like the smoke of incense lit long ago
my treasure my visions my self my soul
I let them go.

Pensavo che il dolore fosse mio

Pensavo che il dolore fosse qualcosa di mio
da mantenere, da curare, da proteggere.
Pesava certo, ma come una scultura di marmo
elegante e fredda, attraente e dura.
Da avvicinarsi, da toccare, da innamorarsi
e a cui assomigliare.

E poi sentii la tua voce.
Né sottile né morbida né dolce
ma altrettanto pesante, dura
e opprimente.
Che può fare una piuma alla roccia?
Solo il martello del tuo fiato
poteva spezzare, schiacciare, frantumare
l’idolo e il tempio entrambi.

Finché i sassi si ridussero in polvere
e si mescolarono con le lacrime.

Dedicata alla voce di Bianca Giovannini, cantante della Bandajorona

די

in italiano vuol dire “ancora”
in ebraico “basta”.

è un’espressione penetrante per chi
non può che accelerare
mentre frena sulle curve,
spinto verso il silenzio
solo per trovare nella tranquilità
la smania.

si apre chiudendo
e si comincia finendo
per evitare una libertà limitante.

“איי, עוד לא אהבתי די
הרוח והשמש על פניי”
“ai, non ho ancora amato abbastanza (dai)
con il vento e il sole sul mio viso (panài)”

basta ancora
ancora basta
rifiuto e richiesta
desiderio e sufficienza.

dai.

La Tigre a la Farfalla / The Tiger and the Butterfly

La Tigre e la Farfalla

La tigre dormì mentre la farfalla posò le sue ali fra le sue righe. “La tua forza mi fa sentire libera,” disse la farfalla. “La tua libertà mi fa sentire forte,” rispose. Però il balzo più giocoso della tigre la impaurì, e i messaggi più espliciti delle antenne le risultarono impercettibili. “Sono fiero della mia tigrezza,” lei disse, “però non mi piaceresti così senza le tue ali colorate.” “E io non sentirei la mia farfallità,” rispose, “senza i colori tuoi, o i tuoi artigli.” E quindi la tigre permise la farfalla di danzare tra le sue vibrisse, e la farfalla volò un battito d’ali sopra il suo balzo.

The Tiger and the Butterfly

The tiger was sleeping when the butterfly rested her wings between his stripes. “Your strength makes me feel free,” she said. “Your freedom makes me feel strong,” he replied. But even the most playful pounce frightened the butterfly, and the clearest movement of her antennae went unnoticed by the tiger. “I’m proud of my tigerness”, he said, “and wouldn’t like you so much without your colorful wings.” “And I wouldn’t feel my butterfly-ness,” said she, “without your colors, or your claws.” And so the tiger let the butterfly dance among his whiskers, and the butterfly flew a wingflap above his pounce.

Le Rose

Mille e una rosa in tasca mia
Le ho portate per la passeggiata,
Da leggere tra i palazzi del tuo quartiere
Una quartina sopra i binari
Un’altra accanto al bar.

Portate ma non aperte.
La differenza tra un foglio e la tua guancia,
Tra l’inchiostro e il tuo profumo,
E fra l’ebbrezza di una vita passata
E la sobria gioia nel baciarti il fianco,
Khayy
àm la capì.

Avresti preferito leggere del paradiso
Invece di dimorarvi.
Una passeggiata tra mille e due rose morte.