Appello per la pace

Saluti da Praga! Ho visto quant’era vicina e quindi l’itinerario si può sempre cambiare. Scriverò di più, con le foto, tra qualche giorno. Ma ora vorrei fare un appello.

Nonostante l’odio, la paura e la breve ma dolorosa storia del conflitto nella Terra Santa, di nuovo si parla di tentativi di pace, di conciliazione e d’accordi. Qualsiasi atto politico nella direzione della pace è benvenuto, anche se certo nessuna risoluzione sarà duratura se non affrontiamo direttamente, pubblicamente e al livello del cuore l’aspetto emotivo.

Se i governi degli stati di Israele e Siria possono arrivare a un accordo di pace e di riconoscimento reciproco, festeggerò l’evento guidando la mia Honda SH300i per via di terra dalla città eterna alla città santa, passando per Trieste, Istanbul e Damasco.

Comincio per prima non un Dialogo ma le conversazioni. Mangeremo allo stesso tavolo, suoneremo la stessa musica (una versione arabesca di “m’hai messo le catene”, forse?). Ogni giorno vi terrò aggiornati sul blog. Passate la parola! Dite ai vostri rappresentanti politici di sostenere le negoziazioni e di dare un appoggio politico, materiale e morale agli accordi! Conoscete giornalisti? Diteli di pubblicizzare l’appello. Lavori per l’Honda? Di ai tuoi capi che sarà un’ottima pubblicità! Possiamo tutti fare parte della pace, essere tutti un fattore che supera l’ignoranza e la paura, e partecipare tutti nella riconciliazione e l’amicizia, anche nell’amore.

Quänt’è bëlla l’Itälia!

Ieri mattina, dopo un breve soggiorno da un’amica di vecchia data ho lasciato la cappa fiorentina per il fresco tirolese. La pianura padana serviva bene a testare le prestazioni dello scooter glorioso e i controlli appena fatti dal meccanico. Magari su Google Earth si vede una bella striscia rossa su qualche pezzo dell’A1. Entrando nella Val Gardenia mi sono chiesto dov’era topolino – così bella, tranquilla che non poteva essere vera!

Grazie all’ospitalità di Maddalena & co. ho goduto, oltre alla vista delle montagne, l’aria pulita e il suono di ladino, una tradizione tipica südtirolese – il festival annuale di metalari. I gruppi sono venuti dalla Germania, la moda dall’America, i ragazzini headbanger dai paesi intorno. Ovviamente si mangiava la pasta al pomodoro con la birra.

Mi dispiace – nel frettoloso sistemare lo zaino ho scordato il cavetto per scaricare le foto. Quando potrò torno a questo post a rimettere foto e filmini.

Stamattina ho preso la strada statale al passo di Brennero e attraverso l’Austria. Le curve lente e morbide delle strade bavarese mi ricordavano l’Ohio e i giri con il mio primo amore – l’Honda Shadow VT700C.

Nel tardo pomeriggio sono arrivato a Intersein Zentrum, emozionato dal viaggio e dai ritorni. Un bacio a tutti, siete con me.

Il ritiro

Il ritiro è finito, è stato bellissimo e trasformativo. Vorrei descriverlo di più ma per ora è meglio lasciare che mi pervada. Molto più belle e descrittive di qualsiasi parola sono le foto di David Nelson del ritiro.

Dopo una settimana di meditazione, di pasti insieme e in silenzio, di condividere con nuovi e vecchi amici abbiamo partecipato nella celebrazione della “giornata ONU della festa di Vesak” e in una conferenza su “Buddhismo impegnato nel 21° secolo”. Che sensazione strana di uscire da un ambiente di tranquillità al caos di Hanoi, passare milioni di motorini e qualche povera bicicletta, il solito inquinamento, negozi di scarpe e di jeans fino ad arrivare a un enorme centro di convegni decorato di bandiere rosse e simboli buddhisti, a volte più tradizionali e a volte meno, come per esempio il colossale Buddha gonfiato e levitante, pareva di avere il rossetto e lo smalto rosso, con una svastica rossa tatuata sul petto.

Stavo là in mezzo ai monaci da tutto il mondo, dall’India, Sri Lanka, la Cina, gli Stati Uniti, la Spagna. Una grande celebrazione di colore di pelle e di colore di vestiti, di oggetti rituali, di tradizioni e di sorrisi. In totale eravamo in 5000.

Il 15 ho presentato una discussione sul conflitto israeliano-palestinese visto da una prospettiva buddhista. Poi, quando era tutto finito ieri sera, sono tornato al albergo in moto, questa volta guidando. Non avevo paura del traffico, ma un pochino di trepidazione c’era per il freno anteriore mancante, il freno posteriore che faceva più rumore che altro e il fatto che non mi serviva la frizione per cambiare marcia.

Saigon – day 2

Quando avevo posticipato il volo da Roma l’agenzia mi ha detto che non mi dovevo preoccupare per il volo a Hanoi – basta andare al aeroporto il giorno di partenza e me lo cambieranno lì. Magari, se tutti i voli oggi non erano già pieni per una festa nazionale. Quindi rimango qui e ho del tempo a vedere la città.

Posso girare il mondo intero e alla fine c’è una cosa sola che mi rende davvero felice. Eccovi la città di Ho Chi Minh, vista da una motocicletta.

A Renzo, come posso fotografare un bel piatto di cibo senza pensare a te e il tuo sombrero?

 

 

 

 

Un giorno al mercato…

 

 

Un tempio, un tempio, una moschea e una chiesa…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beh. Ditemi voi…

Dove lasciare la moto?

Stai per andare in viaggio per un mese e mezzo. Lasci la moto sotto casa e rischi che qualcuno te la porta via? Chiedi degli amici di tenerla a casa loro?

Grazie al timing perfetto della Honda, che ha calcolato tutti i viaggi previsti e imprevisti, e che ha assemblato la moto in modo che la marmitta caschi esattamente quatto giorni prima che parti, esattamente sull’A1, alle 21.30 di sera, tra Firenze ed Arezzo, lasciandomi a tornare in treno arrivando dopo l’una solo per ritornare la mattina successiva per sistemare i documenti.

Ora la moto sarà al sicuro e al ritorno mi aspetterà insieme alle pratiche della garanzia e un altro viaggio ferroviario in Toscana.