Brividi di liberazione

Brividi freddi in questa sera calda e appiccicosa, sulle braccia nude e dietro il collo.

Apro gli occhi e si rivela il mondo fisico: persone separate, distinte e uniche, come palle da biliardo, con i propri interessi, i propri desideri, pensieri, identità. Entità autonome che si relazionano fra di loro.

Chiudo gli occhi e li riapro. Si rivela il mondo assoluto: onde di emozioni, di idee, di materiale che attraversano l’oceano dell’esistenza. Momenti che portano momenti, un continuo di trasmissioni.

Li richiudo e li riapro. Siamo piccoli e fragili, limitati al periodo dalla nascita alla morte. Possediamo solo ciò che è fra le nostre mani e nei nostri conti correnti, e rischiamo di perdere tutto.

Li chiudo e li apro. Siamo le nostre azioni e i loro frutti per mille generazioni, catene infinite di causa ed effetto che nessuno ci può rubare. L’unica cosa che possediamo è la sempre-presente capacità di dare, di comprendere, di trasformare. Tutto ciò che siamo ci ha preceduto e tutto ciò che siamo continuerà.

Li richiudo e li riapro.
Individui, popoli, stati.

Li richiudo e li riapro.
L’eterno e l’infinito mutare del cosmo.

Li chiudo e li apro e i due mondi, il relativo e l’assoluto, coesistono. Per un attimo li posso vedere insieme come le immagini satellitari e gli schemi stradali sovrapposti su Google Earth.

La liberazione non è lasciare un mondo per l’altro. E’ la libertà di passare fra i due. Posso trasformare la catena di sofferenza solo con persone esistenti e presenti. Per non rimanere ferito dalle espressioni della sofferenza nel mondo fisico, passo al mondo eterno e ricordo che non c’è niente che mi può minacciare. E’ una libertà di scegliere l’oggetto della mia coscienza nonostante le abitudini della mente. Un dolore da accogliere o un’ispirazione che dà forza, dentro o fuori – è una scelta consapevole.

Accetto l’invito dei brividi a tornare a questo corpo e a queste emozioni. Calmando i sensi riconosco la presenza della paura e della rabbia. Che posso fare con queste onde, simultaneamente mie e non-mie?

Le posso solo accettare, con un amore simultaneamente mio e non-mio.

L’illuminazione di Elvira

Secondo il maestro Zen Thich Nhat Hanh e tanti altri, l’illuminazione non è limitata a certi santi o uomini straordinari che meditano per ore nella foresta. Certo che la meditazione è uno strumento molto efficace nel calmare le emozioni e sopratutto le abitudini mentali che ci accecano. E’ ovvio anche che il contatto con la natura è prezioso. Invece di “l’illuminazione” però ci sono tante illuminazioni, piccoli momenti di chiarezza in cui ci rendiamo conto di quali sono le nostre abitudini mentali e l’impatto che hanno su come percepiamo il mondo e come reagiamo al mondo. Con questa consapevolezza viene una trasformazione: sottile, naturale, quasi impercettibile, ma che più tardi rendiamo conto che le nostre relazioni sono un po’ più sane, che siamo un po’ meno arrabbiati/tristi/impauriti e che le persone che ci sono intorno l’hanno percepito in qualche modo e stranamente sono più felici loro.

Vi copio una lettera che ho ricevuto da Elvira, una praticante italiana molto coraggiosa per il suo percorso e per aver dato l’ok a pubblicarla.

Caro Bar,
sento di doverti ringraziare, dal profondo del mio cuore, per gli insegnamenti preziosi e sinceri, senza retorica, che sto ricevendo da te in questo ultimo periodo. Condivido pienamente quello che dici, la guerra è principalmente nei nostri cuori, non c’è ragione che tenga, la guerra è una condizione, uno stato mentale, che se non trasformato, genera altra guerra e altro dolore.

Stamattina ho iniziato la giornata in guerra. Ho litigato con mia madre e con mia figlia e sono arrivata in ufficio con il cuore in tumulto e i lineamenti alterati. Anche per me si trattava di rivendicare il diritto alla mia indipendenza, al rispetto dei “miei” confini. E ultimamente sto avendo problemi con la mia vicina di casa, per via del pavimento del mio bagno, che “confina” con il suo soffitto. Confini, sempre confini. Non posso quindi stranirmi quando alla televisione vedo immagini di guerra: è la stessa, solo portata un po’ più avanti, ma fatta della stessa natura.

Questo mi spaventa. Io, che mi ritenevo una persona tutto sommato quieta, calma, equilibrata, con le persone più care e vicine entro in conflitto. Per questo le tue parole stamattina sono state come un balsamo su una ferita. Amorevolezza, gentilezza, pazienza…

Posso portarti un po’ di capperi sotto sale?

Ti abbraccio, con gratitudine. A presto.
Elvira

Cara Elvira, grazie per la tua lettera. Dici che sei spaventata ma vedo che hai già trovato un po’ di sollievo. Vedo anche che sei già riuscita a trasformare un po’ della “durezza del cuore” che era dietro i conflitti che descrivi, trasmessa a quel momento da tanti momenti di durezza nella vita tua e nella vita della vicina di casa. Adesso, invece di continuare questa trasmissione stai già trasmettendo qualcosa di diverso. La pace la stai già facendo… per te stessa, per le persone che incontrerai oggi, per me e per tutte le persone con cui intersiamo.