Tu e la guerra

Mi piace andare a passeggiare a Circo Massimo. Quant’è bella Piazza Navona! La settimana scorsa stavo pure a Piazza della Scala a Milano. Parliamo della pace, giudichiamo altri per la sofferenza umana, indossiamo un bel colore… io ho scattato una foto di un monaco tibetano. E’ importante diffondere le notizie e mostrare solidarietà, ma non si potrebbe chiamare questo anche una specie di turismo politico? Godiamo una bella piazza e il sole mentre bruciamo petrolio per arrivare a protestare la globalizzazione e compriamo le magliette made in China per sostenere il popolo birmano? Nonostante i volantini, le petizioni e le buone intenzioni, il fatto è che i nostri modi di vivere hanno un impatto (spesso negativo) molto maggiore di qualche giro in piazza. Sai dove vengono investiti i tuoi risparmi e chi guadagna dai tuoi debiti? Di solito le banche investono nei mercati più redditizi, come per esempio la produzione e la vendita delle armi.

Ovviamente non vi dico di smettere di prendere la macchina o di andare in giro senza maglietta (nessuna protesta però). Ma ecco una cosa facile da fare che ha un impatto: apri un conto alla Banca Etica, fondata sull’idea della trasparenza e l’economia solidale. Ci vuole un attimo ad aprirlo, e potrai dormire più tranquillo sapendo che non stai finanziando l’industria bellica. A Roma si trova vicino a Piazza Barberini (nel caso che ci passi per una manifestazione), e per chi non vuole prendere la metrò offro un passaggio in moto.

(dal sito Unimondo.org)
…tra le principali “banche armate” italiane Banca di Roma (che si aggiudica autorizzazioni per un valore complessivo di oltre 395 milioni di euro), il Gruppo bancario San Paolo Imi (autorizzazioni per oltre 366 milioni di euro), Banca Popolare Antoniana Veneta (121 milioni per uno share del 9%) e Banca Nazionale del Lavoro (71 milioni, cioè oltre il 5% del totale). Solo una banca straniera, la Calyon Corporate and Investment Bank, con 120 milioni di euro di autorizzazioni (9% del totale) si aggiudica qualcosa di simile ai maggiori gruppi italiani: ma è significativo che proprio a questa banca estera, nata dalla fusione di due gruppi (Crédit Lyonnais e Crédit Agricole Indosuez), sia stata affidata la riscossione dei pagamenti per una vendita di armi alla Cina di oltre 120 milioni di euro.

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