Caro Silvio… (lettera d’amore a Silvio Berlusconi)

Caro Silvio,

spero che queste parole ti trovino in buona salute e felice. Non ci conosciamo, ma sei stato il mio primo ministro da quando ho preso la cittadinanza italiana nel 2009. Credo che ci sia molto in comune fra di noi, a partire dai nostri nomi (Bar significa “selvatico” in ebraico) ma anche per altri aspetti, e proprio per questo motivo ho deciso di scriverti.

So che quest ultimo periodo è stato piuttosto difficile per te. Oltre all’incarico impegnativo del tuo ruolo pubblico, la situazione economica e politica è stata anche particolarmente difficile negli ultimi anni. Stai affrontando delle sfide legali molto grosse. Oltretutto, so per esperienza quanto una rottura di un matrimonio possa essere traumatica e non l’augurerei a nessuno. Mi sembra che ci sia molto stress nella tua vita e vorrei offrirti ciò che posso per aiutarti.

Quando mi trasferii a Roma anni fa ebbi la fortuna di incontrare un gruppo di persone che praticano una tecnica che ho trovato molto utile. Questa tecnica si chiama in vari modi, ma il mio preferito è “tornare a casa”. E’ molto semplice: si tratta di regalarci qualche minuto senza impegni o senza essere disturbati, di sedere in modo comodo e tranquillo, e di “tornare a casa” al respiro, permettendoci di far riposare il corpo e la mente. La sensazione di “lasciar andare” è simile a quella che provi tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro o un lungo viaggio, quando finalmente puoi posare la valigia e avere un attimo solo per te. “Tornare a casa” è molto piacevole e rilassante, e ci vuole solo un po’ di pratica.

So che per una persona così impegnata come te l’idea di prendere qualche minuto solo per sedere può sembrare una perdita di tempo. Nella mia esperienza però, quei minuti sono molto efficaci e mi permettono di tornare ai miei impegni con una mente più lucida e calma. Spesso, quando sono troppo stressato, è molto meglio non fare niente invece di agire! Essendo circondato da responsabilità e aspettative, forse questa pratica può essere utile anche a te.

Caro Silvio, non sei l’unico a sentirti preso dal desiderio sensuale. Viviamo in una società molto confusa, che confonde i piaceri sensuali (per esempio il cibo, il lusso e il sesso) con la felicità. Vogliamo tutti essere felici, ma siamo continuamente portati a cercare la felicità là dove non si trova affatto. “Tornare a casa” ci permette di fermarci, di riprendere i sensi e di distinguere fra il vero desiderio e quelle vie che non sono in grado di portarci veramente al nostro obbiettivo. Stare con una bionda non mi farà biondo, e stare con una ragazza giovane non farà di te un ragazzino. Possiamo sentirci attratti a una donna per la sua bellezza, la sua freschezza, la sua intelligenza o la sua bravura, ma l’atto sessuale non è in grado di trasmetterci le sue belle qualità. Se ci fermiamo un attimo e lasciamo che la confusione si plachi un po’, potremo sviluppare dentro di noi una vera bellezza e freschezza, e trovare modi per impegnare la nostra intelligenza e bravura affinché renda noi e gli altri davvero felici. Caro amico, ciò che veramente desideri ti è e alla portata di mano: se si trovasse in rapporti sessuali non l’avresti già trovato da tempo?

Tornare a casa, al respiro, al proprio corpo e al momento presente ci offre ancora altri benefici. Quando finalmente mi permetto di lasciare da parte le aspettative e i desideri che ho assorbito da fuori, sorge una specie di contentezza e un apprezzamento per le cose che normalmente do per scontate: il fatto di essere vivo per ancora un giorno, i colori e i suoni che ci circondano, e la bellezza naturale del nostro paese. Ed ecco un’altra somiglianza fra noi due: tu sei l’uomo più ricco d’Italia, e quando torno a casa spesso mi sento io l’uomo più ricco del mondo. Come con i piaceri sensuali, anche la ricerca delle ricchezze è in fondo una ricerca per qualcosa ancora più profonda. Non è mai troppo tardi e sono sicuro che appena scoprirai ciò che davvero desideri, sarai capace di realizzarlo. In più, la tua storia potrà aiutare molti di noi che attualmente soffriamo dalla stessa confusione.

A volte, ti può capitare di sentirti proprio come un re mentre chiudi gli occhi e torni al respiro. Uno ad uno, i “soggetti” si presentano davanti al trono reale: i pensieri, le sensazioni, le emozioni… Ed è una sensazione molto piacevole poter guardarli con interesse, con curiosità, ma con la dignità di un re di non sentirti dominato da nessuno dei tuoi soggetti. Sei tu il re! A volte certi soggetti tornano frequentemente per ripresentarsi, ma non vuol dire che il re deve per forza dargli l’attenzione che chiedono. Così la pratica di tornare a casa è un ottimo modo per liberarci dall’effetto della confusione fondamentale della nostra società, quella che ci rende ciechi ai nostri veri desideri e che ci offre vie per soddisfarli poco soddisfacenti. Spero che tu conosca questa libertà e il piacere che porta.

Caro primo ministro, vedo il tuo stress, le tue preoccupazioni, le tue paure e la tua confusione, e spero veramente che troverai un modo di trasformarli. Spero che tornerai a casa il più presto possibile, per il tuo bene e per il bene di tutti. Confesso che non ho votato per te e che non intendo votarti in futuro. Insieme ai nostri fratelli e sorelle, anche noi abbiamo bisogno di ministri capaci di impegnare il loro tempo e le loro energie in modi più salutari, facendo parte di un movimento di persone che vogliono apprezzare le bellezze della vita senza diventarne schiavi. Non ti sto colpevolizzando, portiamo tutti i segni di questa confusione, e colpevolizzarti non sarebbe né giusto né utile. E’ vero che la televisione, sulla quale hai molto potere, è una delle vie più forti di trasmissione della nostra confusione, e che una parte del tuo patrimonio è il frutto di un sistema pubblicitario che continuamente crea legami psicologici fra i nostri desideri più profondi e il consumo di prodotti e di rapporti. Perché questo sistema è così redditizio? Perché lo rendiamo vivo noi con la nostra attenzione, i nostri acquisti e la nostra mancanza di consapevolezza. Sei circondato, come noi, da persone che non riconoscono i loro veri desideri e il modo per soddisfarli, e che certo ti influenzano. E non sei l’unico ad influenzare gli altri in base ai messaggi che abbiamo ricevuto e accettato. Invece di colpa possiamo parlare di responsabilità, un campo in cui possiamo tutti contribuire, cominciando dal tornare a casa per prenderci cura della nostra mente.

Prendiamo due minuti per offrirci questo dono? Basta chiudere gli occhi, tornare al respiro e regalarci un po’ di riposo e chiarezza. Te lo meriti. Ce lo meritiamo tutti.

Se vorresti sapere di più sulla pratica di tornare a casa sarei felice di indirizzarti a persone con molto esperienza, dalle quale ho imparato molto.

Caro Silvio, ti voglio bene.
Augurandoti una buona salute e una vera felicità,

Bar
Roma, Italia
Pianeta Terra

4 pensieri su “Caro Silvio… (lettera d’amore a Silvio Berlusconi)

  1. Confesso che non sarei capace di tanta benevolenza verso il Presidente del Consiglio; credo di non esserne all’altezza. E’ probabile che pochi italiani in questo momento siano in grado di consigliare SB verso una via di crescita e miglioramento. Molti di noi vogliono che se ne vada e vediamo solo la sua inettitudine, irresponsabilità e incapacità. Le parole di Bar mi hanno colpito e credo che proverò anche io a fermarmi e “tornare a casa” almeno una volta al giorno. Grazie Bar,
    Lucia

  2. Cara Marilú, Cara Lucia, grazie per i commenti! Anche se non tutti sanno come tornare a casa, se lo facciamo noi saremo più capaci di stare bene in mezzo al resto. E chi non lo sa fare ha bisogno che offririamo qualcosa di diverso.

    Silvio cambierà, anche solo nel senso che sta invecchiando come tutti noi. Non dobbiamo aspettare una sua trasformazione però per dare all’italia ciò di cui il bel paese ha bisogno: più italiani che sanno accettare chi è diverso da noi e chi non pensa nello stesso modo.

    Un abbraccio, Bar

  3. Gesù diceva: “Amate i vostri nemici, ad amare i vostri amici che sforzo farte?” e ancora: “Non giudicare perché con la stessa misura con cui giudichi sarai giudicato”.
    Karl scrive: “In ogni situazione, guarda con gli occhi dell’amore le persone con cui entri in contatto”.
    Thay ndice che se qualcuno si comporta male è perché non ha avuto modo di incontrare il Dharma, il Buddha, il Sangha…
    Noi abbiamo la fortuna di conoscere il Dharma e siamo nel cammino di pratica, sappiamo che in ogni essere umano ci sono semi di diversa natura e sta anche a noi innaffiare i semi positivi.
    Credo che tu Bar lo abbia fatto, credo che tu sia stato coerente con quanto ci insegna la nostra pratica. Al di là delle tue e sue idee politiche, al di là del suo comportamento discutibile, in Silvio hai visto come prima cosa un uomo con tutte le sue debolezze… e hai provato a guardarlo con altri cocchi. Penso che inviare vibrazioni positive non possa che far bene, per primo a noi stessi e poi forse anche al beneficiario della tua lettera.
    Io ti ringrazio per avermi ricordato il cammino!
    Marilù

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